Quello dell’Autodifesa è un tema ricorrente nelle arti marziali. Poichè ognuno tiene alla propria incolumità l’argomento è interesse di tutti, praticanti e non. Quindi al domandone “Qual è l’arte marziale migliore per difendersi?”, non esiste una risposta, ma una premessa di base.
Non è possibile imparare a difendersi se non si impara a combattere.
E’ umano che i genitori cerchino dei corsi per i propri figli affinchè imparino a difendersi in caso di pericolo o per analogo motivo facciano lo stesso molte donne, ma è importante raccoontare a queste persone la verità scritta in premessa. In altre parole, immaginare di imparare “a tavolino” delle tecniche per semplice ripetizione meccanica e sperare di riuscire metterle in pratica nel momento del bisogno è pura fantasia. Per poter muoversi in un contesto di combattimento o aggressione sono essenziali il colpo d’occhio, il tempismo, la confidenza con la situazione, la gestione emotiva del combattimento mente va bene, ma soprattutto mentre butta male, che sono tutte cose che si acquisiscono combattendo in palestra facendo sparring o in competizione, che sia lotta o striking, ma combattendo. Non esiste un surrogato per questo. Quindi se una persona è veramente interessata ad imparare l’autodifesa deve essere disposta a dedicare tempo e fatica alla pratica di un’arte marziale ed essere disposta anche a prendere qualche colpo.
Per ritornare al domandone. Non esiste un’arte marziale che sia meglio di un’altra nell’autodifesa, per definizione. Esistono buone scuole e cattive scuole. Domandatevi piuttosto quanto tempo viene dedicato in ogni allenamento all’esercizio del combattimento. E se la risposta è “zero”, allenatevi, ma sappiate che non state imparando nè a combattere, nè a difendervi.